
Nell'edizione 2009 del rapporto "La condizione dell'infanzia nel mondo", si mette in evidenza la connessione tra la salute e la vita delle mamme e dei loro neonati e si forniscono indicazioni per colmare il divario tra paesi ricchi e paesi poveri. Molti degli interventi che salvano le neo mamme portano beneficio anche i loro bambini. Mentre molti paesi in via di sviluppo hanno compiuto in anni recenti progressi notevoli nell'aumentare il tasso di sopravvivenza dell'infanzia, si sono evidenziati meno progressi nel ridurre la mortalità materna.
Niger e Malawi, per esempio, hanno quasi dimezzato il tasso di mortalità infantile sotto i cinque anni, tra il 1990 e il 2007. In Indonesia, il tasso di mortalità sotto i cinque anni è sceso a quasi un terzo rispetto al 1990, e in Bangladesh è diminuito di oltre la metà.
Ma non ci sono stati progressi analoghi nella salute delle madri, che sono molto vulnerabili durante il parto e nei primi giorni dopo la nascita. E mentre il tasso di sopravvivenza per i bambini sotto i cinque anni sta migliorando a livello globale, i rischi per i neonati nei primi 28 giorni rimangono a livelli vergognosamente elevati in molti paesi.
Niger e Malawi, per esempio, hanno quasi dimezzato il tasso di mortalità infantile sotto i cinque anni, tra il 1990 e il 2007. In Indonesia, il tasso di mortalità sotto i cinque anni è sceso a quasi un terzo rispetto al 1990, e in Bangladesh è diminuito di oltre la metà.
Ma non ci sono stati progressi analoghi nella salute delle madri, che sono molto vulnerabili durante il parto e nei primi giorni dopo la nascita. E mentre il tasso di sopravvivenza per i bambini sotto i cinque anni sta migliorando a livello globale, i rischi per i neonati nei primi 28 giorni rimangono a livelli vergognosamente elevati in molti paesi.
Nel mondo in via di sviluppo, il rischio di mortalità materna nel corso della vita è di 1 su 76 rispetto a una probabilità di 1 su 8.000 per le donne dei paesi industrializzati. Circa il 99% dei decessi mondiali derivanti da complicazioni della gravidanza avvengono nel mondo in via di sviluppo, dove avere un figlio resta tra i più gravi rischi per la salute per le donne. La stragrande maggioranza dei casi si verifica in Africa e in Asia, dove gli alti tassi di fertilità, la carenza di personale specializzato e deboli sistemi sanitari rappresentano una tragedia per molte giovani donne.
I dieci paesi con il più alto rischio di mortalità materna sono Niger, Afghanistan, Sierra Leone, Ciad, Angola, Liberia, Somalia, Repubblica democratica del Congo, Guinea - Bissau e Mali. Il rischio di mortalità materna nel corso della vita in questi paesi va da 1 su 7 in Niger a 1 su 15 in Mali. E per ogni donna che muore, altre 20 soffrono di malattie o lesioni, spesso gravi e con danni permanenti. Per ridurre il tasso di mortalità infantile e materna, il rapporto raccomanda servizi essenziali forniti attraverso sistemi sanitari integrati in un continuum di cure a domicilio, nelle comunità, nei servizi sul territorio e nell'assistenza di base.
Questo continuum di cure supera l'efficacia di singoli, interventi specifici e richiede invece un modello di assistenza sanitaria di base che includa tutte le fasi della salute materna, neonatale e dei bambini.
Il rapporto constata che i servizi sanitari sono più efficaci se l'ambiente sociale sostiene l'empowerment delle donne, la loro protezione e la loro istruzione.
Fonte:Unicef
Fonte:Unicef
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