La "Roma. La Pittura di un Impero" vuole presentare al pubblico un quadro complessivo del livello artistico raggiunto dalla pittura romana in un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il IV secolo d.C., dalla formazione dell'Impero con le conquiste dei regni greco-ellenistici d'Oriente, dominati dai successori di Alessandro Magno, fino al suo tramonto. Sono esibiti in mostra affreschi, a volte intere pareti per offrire un'idea dei sistemi compositivi, dipinti a tempera e ad encausto (cera fusa), su tavola, su lino o su vetro.La perdita della grande pittura greca nel suo complesso non deve essere d'impedimento per conoscere ed apprezzare quanto di meglio è stato prodotto in età romana; è anzi l'occasione per esaminare più compiutamente le opere pittoriche superstiti cercando di riflettere sulle continuità formali. Era la pittura la forma artistica prediletta dai greci, ancora più della scultura: eppure, di essa si è preservato pochissimo. Del tutto perdute sono le opere della grande pittura dei maestri greci (Polignoto, Parrasio, Zeusi, Apelle), di un livello così alto da essere apprezzate anche a Roma e pagate autentiche fortune. Anche dei più famosi pittori romani si sono salvate solo labili tracce. Di pochi di essi conosciamo i nomi: Studius (o Ludius) esperto nella pittura di paesaggi, e Fabullus (o Famulus), autore della decorazione pittorica della Domus Aurea di Nerone.
Circa 100 opere di eccezionale eleganza e raffinatezza organizzate in cinque diverse sezioni, per ricostruire, dunque, la complessità di una scuola figurativa da cui deriva lo sviluppo dei generi pittorici moderni a partire da Raffaello, solo per citare un esempio. Tutti prestiti provenienti dai più importanti siti archeologici e musei del mondo, tra cui il Louvre di Parigi, il British Museum di Londra, i musei archeologici di Monaco, Francoforte, Zurigo ma anche il Museo Archeologico di Napoli, gli Scavi di Pompei, il Museo Nazionale Romano, i Musei Vaticani e i Musei Capitolini di Roma, musei famosi e molto frequentati in cui a volte, però, le singole opere possono perdersi. Il valore della mostra è infatti anche nel 'rivelare' pezzi magnifici e famosi, mettendoli sotto una luce di interpretazione del tutto nuova e allestite in una scenografia ideata dal grande regista Luca Ronconi che torna, ancora una volta, a curare l'allestimento di una grande mostra.
fonte:scuderiequirinale.it
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