17 giu 2009

"Nuova vita di un piccolo grande amore"

Doveva essere al Vigorelli, sarà all'Arena Civica, in occasione del suo bicententario: il luogo ai fan importa poco, l'importante è sentire e vedere lui, il Divo Claudio. Ma che Claudio Baglioni dia il via, questa sera, all'estate musicale milanese all'Arena in un assoluto, e scontato, sold out è particolare suggestivo. Soprattutto, è una dichiarazione d'amore di Milano al cantautore romano. Il Gran Concerto, uno dei tanti capitoli del progetto QPGA (Questo Piccolo Grande Amore: film, romanzo, live, album) arriva in città, dopo l'esordio trionfale di Roma. E Baglioni, un po' si sente a casa.L'Arena Civica è uno dei cuori storici di Milano, che la città sta valorizzando sempre più: la scelta di ospitare il suo Gran Concerto qui, per l'apertura estiva dell'impianto, è simbolica. Milano la ama: come vive questo rapporto?«Le dichiarazioni d'amore emozionano e confondono. Quella di Milano non fa eccezione. Di lei amo l'energia e il fatto che non si arrende. Non a caso, il romanzo QPGA parte da Piazza Fontana. Simbolo della capacità di trasformare una tragedia nell'energia necessaria a costruire una grande capitale europea. Chi riesce in un'impresa del genere, merita il rispetto di tutti». A Palazzo Marino a maggio scorso lei accennò a un contratto discografico con Ricordi quando aveva solo sedici anni: decadde senza sviluppi. Perché Ricordi perse una simile occasione?«Ero ancora minorenne: firmò mio padre. Un'opzione su 4 canzoni. Tra cui Annabel Lee, ispirata ad Edgar Allan Poe. Attesi 6 lunghi mesi. Niente. 5 dopo, quando Questo piccolo grande amore diventò un successo, arrivò una lettera. Manifestava un... certo interesse. “Adesso ricordi?”, pensai... Ma eravamo fuori tempo massimo».Il Gran Concerto ha esordito a Roma: com'è stata la reazione del pubblico?«Straordinaria. Non mi aspettavo una risposta così appassionata, la gente è rimasta inchiodata alla sedia. Alla fine l'emozione è esplosa incontenibile. Un'onda d'urto che ha fatto tremare il palco e che risuona ancora dentro me e i miei collaboratori».Il progetto QPGA da mesi ha invaso l'Italia: il suo romanzo, il film di Riccardo Donna uscito nelle sale a febbraio scorso, ora questo tour. Non teme che questa "overdose" possa intimorire i più giovani, che vivono la musica in un modo immediato, più che riflessivo? «No, non penso possa accadere. Gran Concerto è per tutti, come la metafora del sogno e quella del primo grande amore, che non dura tutta la vita, ma la cambia per sempre. Una storia-simbolo che può raggiungere tutti». C'è grande curiosità intorno alla "messa in scena" del suo Gran Concerto. L'esecuzione musicale avrà comunque il predominio sulle immagini e le altre modalità di espressione?«Con me ci saranno cinque musicisti reali ed un'intera orchestra virtuale, la Roma Sinfonietta, proiettata su un mega-schermo di 250 mq. Il primato resta alla musica, le immagini sono “colonna visiva”, una sorta di scenografia animata. Né introduzioni, né dialoghi, lasciamo parlare la musica. Lo spettacolo è in due parti: il racconto in musica di QPGA, quasi due ore di show, senza interruzioni. E Gli altri amori, un gran finale, con alcune tra le canzoni d'amore di maggior successo del mio repertorio».
fonte:ilgionale.it

3 giu 2009

AL VIA 'DOPPIA VISIONE'

Roma, 3 giu. - (Adnkronos) - Un modo per riflettere sull'identita' biculturale. Sara' inaugurata a questo scopo domani alle 17, alla Casa della Memoria e della Storia di Roma, la mostra multimediale della fotografa italoamericana Liana Miuccio, dal titolo ''Doppia Visione/Double Vision''. L'iniziativa si sviluppera' dal 5 giugno al 28 luglio, ed e' patrocinata dal comune di Roma, assessorato alle Politiche culturali e della Comunicazione, Dipartimento IV-servizio spazi culturali, e dall'Ambasciata degli Stati Uniti nella persona di Roberto Caracciolo, curatore della manifestazione. La mostra rientra inoltre nel progetto ''FotoGrafia Festival Internazionale di Roma 2009 '', e vedra' affrontati svariati temi fra cui la grande immigrazione dall'Italia agli Usa, e la seconda guerra mondiale.
Si comincera' con la proiezione del documentario ''Ricordi di guerra del nonno'', realizzato dalla stessa Liana Miuccio, nel quale il nonno romano dell'autrice racconta alla nipote la sua esperienza nella seconda guerra mondiale. Il docente di Letteratura americana all'Universita' La Sapienza di Roma Alessandro Portelli introdurra' il documentario. Successivamente, intorno alle 18, interverranno l'assessore alle Politiche culturali e della Comunicazione del comune di Roma Umberto Croppi, il direttore artistico di FotoGrafia Festival Internazionale di Roma Marco Delogu, e l'addetto culturale dell'Ambasciata degli Stati Uniti d'America David Meese.

23 mag 2009

Salute: medici famiglia, crescono disturbi psicosomatici da crisi

Torre San Giovanni Ugento (Lecce), (Dall'inviata dell'Adnkronos Salute Raffaella Ammirati) - Aumentano i disturbi psicosomatici 'da crisi', che ormai incidono sul 20-30% dell'attività quotidiana dei medici di famiglia, con differenze notevoli nelle diverse aree del Paese.
Sempre più pazienti, infatti, si presentano dal camice bianco con forme d'ansia che si manifestano con mal di testa, dolori allo stomaco, colite o altri disturbi fisici.
"Problemi che colpiscono di più i pazienti della classe media che in passato si rivolgevano meno al medico di famiglia ma che ora sono tra i più assidui frequentatori degli ambulatori", spiega Stefano Nobili, medico di famiglia e portavoce del Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) riunito a Torre San Giovanni Ugento (Lecce), dove è in corso il 28esimo Congresso nazionale.
"Ansia e inquietudine sono sentimenti che 'diagnostichiamo' sempre più spesso - sottolinea - tra i nostri pazienti che, tra l'altro, reagiscono con molta più preoccupazione ai problemi di salute rispetto al passato". Ma gli italiani sono anche più attenti alle spese mediche. "Rinunciano sempre di più ad accertamenti diagnostici, anche quando serve solo il pagamento del ticket", afferma Nobili. Un fenomeno, che anche in questo caso, investe sempre più la classe media. "Non è la prima volta che gli italiani attraversano una crisi - spiega Mauro Martini, presidente Snami - ma le ripercussioni sulla salute sono senz'altro diverse. Non erano di questo tipo, per esempio nel dopoguerra nonostante i gravissimi problemi. Questo perché oggi c'è un concetto di salute diverso. Il benessere è considerato quasi un diritto-dovere da ottenere e trattenere a ogni costo, più che un obiettivo da raggiungere. E la colpa è anche della 'mediatizzazione' del settore. "Il marketing della salute - conclude Martini - che in questi anni ha 'pompato' alcune malattie, ha spesso indotto bisogni di salute infondati che portano anche persone che non ne hanno la necessità a preoccuparsi e chiedere con insistenza cure inutili".

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