30 set 2008

Quattro scuole su cinque sono contrarie al maestro unico


Di seguito pubblichiamo l’inchiesta del giornale “La Tecnica della Scuola” condotta su un vasto campione di scuole di tutte le regioni italiane. L'indagine rivela dati di grande interesse e fornisce importanti indicazioni al ministro Mariastella Gelmini sull’orientamento del personale della scuola. L'82 per cento delle scuole è contro il ritorno al maestro unico: squadra che vince non si cambia. Il 92,5% dice no alla riduzione del tempo pieno.
L’opinione del personale scolastico sui recenti provvedimenti del ministro Mariastella Gelmini:
Maestro unico: l’82,5% delle scuole da noi interpellate è contro il ritorno al maestro unico. Squadra che vince non si cambia. La scuola elementare è un settore di eccellenza del nostro sistema formativo. Pertanto, non c’è ragione di modificare il suo modello di organizzazione e funzionamento.
Tempo pieno e tempo prolungato: il 92,5% dice no alla riduzione. Tale giudizio negativo diventa del 100% al sud e nelle isole dove il tempo pieno e prolungato, secondo il Quaderno bianco, registra indici fra il 3,5 e il 4% contro il 43% del centro e del nord. Una difesa quindi del modello di scuola indipendente dagli interessi propri.
Rapporto complessivo docenti-alunni: va salvaguardato secondo il 71% dei nostri intervistati. Il campione presenta un giudizio sostanzialmente negativo sull’obiettivo posto dalla finanziaria di quest’anno e il no alla modifica del rapporto docenti-alunni oscilla dal 61% al nord, al 75% al sud, per arrivare al 79% al centro.
Tempo scuola: la maggioranza, molto alta (69%), è contraria alla ventilata riduzione di un anno dei licei, anche se molti hanno sottolineato l’opportunità del diploma a 18 anni in chiave di equiparazione europea. Una revisione della scuola secondaria di II grado con conclusione a 18 anni viene considerata una scelta positiva, ma non può avvenire in un contesto di ricerca del risparmio; deve essere il frutto di un progetto innovatore di scuola e di società da cui traspaia in modo visibile a tutti la direzione complessiva di senso.
Tutto questo non significa che la scuola sia arroccata su una posizione di difesa corporativa. Secondo il 75% del campione, infatti, nella scuola esistono sprechi su cui è opportuno intervenire per razionalizzare il funzionamento e contenere i costi, come in altri settori della pubblica amministrazione.
Una maggioranza, a volte molto alta del nostro campione, si è pronunciata anche a favore di alcuni provvedimenti di recente attuazione.
L’81% delle scuole da noi intervistate si è detto favorevole alla riduzione degli indirizzi scolastici della scuola secondaria con l’eliminazione di tutti i doppioni che creano inutile confusione fra i giovani; il 51% si è detta favorevole alla revisione delle classi di concorso; il 51% è d’accordo alla riduzione del carico orario settimanale di lezione per i giovani dei tecnici e dei professionali.
Infine, per il 55% è positivo l’accorpamento delle scuole con meno di 500 alunni, anche se molti intervistati hanno posto parallelamente il problema dello sdoppiamento degli istituti con oltre mille alunni e la necessità di tenere conto delle “vere” realtà montane e delle piccole isole, ove serve derogare alla regola generale. Non si può usare lo stesso metro per valutare la realtà pianeggiante della Sicilia orientale e quella delle valli trentine.
L’obiettivo di questa ricerca è stato quello di dare la parola alle scuole.
L’indagine è stata realizzata in tutte le venti regioni italiane. Abbiamo interpellato un campione di 80 scuole (licei, tecnici, professionali, istituti comprensivi o scuole medie) presenti in tutte le città capoluogo di regione. Il campione da noi intervistato eroga il proprio servizio scolastico in oltre 200 punti (209), frequentati da circa 63mila alunni (63.436), con oltre 7mila docenti (7.355) e 2mila non docenti (2.064).
Il nostro non è un campione statistico, tuttavia esso è calibrato sia sul piano territoriale che su quello degli ordini e gradi di scuola. L’inchiesta ricostruisce in modo articolato e puntuale l’umore e gli orientamenti prevalenti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado di fronte ai provvedimenti governativi e ministeriali appena approvati, in via di approvazione e qualche volta soltanto ventilati.
Gli argomenti su cui abbiamo indagato sono dieci e precisamente: rapporto alunni/docente; ritorno al maestro unico; riduzione del tempo pieno e prolungato; riduzione oraria negli istituti tecnici e professionali; ipotesi di diploma liceale a 18 anni; riduzione delle classi di concorso dei professori; riduzione degli indirizzi scolastici; accorpamento delle scuole con meno di 500 alunni; chiusura delle Ssis; esistenza di sprechi nella scuola.

L’inchiesta, condotta dal prof. Calogero Virzì, verrà pubblicata sul n. 3 del quindicinale di informazione scolastica La Tecnica della scuola del 5 ottobre 2008.
Fonte: La Tecnica della Scuola

27 set 2008

L' ECONOMIA CHE CAMBIA

Negli ultimi anni il contesto economico è diventato più complesso e globale con conseguenti ripercussioni sugli obiettivi e sui rischi delle organizzazioni. E per di più, l'instabilità economica, propria ormai di tutti i settori, ha reso l'ambiente più tumultuoso. Parallelamente, in molte società frodi istituzionali e scorretta conduzione finanziaria hanno provocato un calo di fiducia e maggiori controlli da parte degli stakeholder, compresi i consumatori, gli investitori e, in molti casi, gli stessi dipendenti. Per esempio, il Trust Barometer 2006 di Edelman, forse l'indagine più ottimistica pubblicata, ha rivelato che solo il 49% degli americani ha fiducia nelle imprese. Il Harris Poll 2007 di Harris Interactive ha confermato questa cronica sfiducia, rivelando che soltanto il 16% dei rispondenti ha grande fiducia nelle maggiori imprese.
E ancora, il "Return on Reputation: Reputation Watch 2006" di Hill & Knowlton, ricerca globale sull'opinione degli analisti finanziari sul corporate reputation management, ha sentenziato: "Superate le conseguenze di una serie di scandali ad alto livello, che hanno irreversibilmente modificato il panorama sociale, viviamo in un mondo nel quale la percezione ha lo stesso valore delle performance e dei profitti". Questa affermazione sottolinea il nuovo ruolo assunto nelle organizzazioni dai comunicatori istituzionali. La loro responsabilità, infatti, è direttamente collegata alla reputazione dell'impresa e alla percezione del pubblico, con un impatto maggiore di quanto non abbia il marketing.
Così, le scorrettezze dei vertici di Enron e Arthur Andersen, che nel 2002 segnano l'inizio di un trend di comportamenti illeciti ampiamente analizzati, hanno anche dato l'impulso a considerare il vero ruolo della funzione 'comunicazione' per le 'stanze dei bottoni', di cui è al servizio. Come ha dimostrato il crollo di Enron, una cattiva reputazione distoglie l'interesse degli azionisti molto più rapidamente di una crisi del marchio: è una realtà di mercato che deve indurre le imprese a stanziare budget sempre più consistenti sui programmi di costruzione della reputazione, anziché affidarsi unicamente alla pubblicità in difesa dei marchi, come suggerito dal marketing.
Il "Reputation Watch" di Hill & Knowlton conferma la necessità di agire. I risultati della ricerca rilevano infatti che:
Oltre il 90% degli analisti concorda che, se una società si disinteressa della reputazione delle sue performance, avrà anche problemi finanziari; il 98% afferma anche di considerare questo aspetto nel dare la valutazione; mentre il 93% cita la trasparenza e una corretta comunicazione con gli stakeholder come metro di giudizio. Nel commento alla ricerca si osserva che "Questo dimostra chiaramente l'importanza fondamentale per un'impresa moderna della relazione con gli stakeholder e della comunicazione. Dimostra, inoltre, che la buona comunicazione aggiunge valore, mentre quella cattiva lo distrugge".
Vi sono anche importanti fattori non finanziari che gli analisti valutano: il rispetto delle strategie della società, una comunicazione trasparente accanto ad una forte governance, una comunicazione chiara ed esaustiva con gli stakeholder. Il branding, la cultura d'impresa, la comunicazione interna e la responsabilità sociale vengono anche presi in considerazione, ma hanno un peso assai inferiore sul giudizio finale.
Un'efficace strategia d'impresa, messaggi coerenti e apertura verso tutti i gruppi di stakeholder sono resi indispensabili dalla trasformazione dei clienti in interlocutori pro-attivi e ad alto impatto. In passato, la maggior parte delle società trasmetteva contenuti per informare o persuadere i pubblici. L'informazione era per lo più pianificata in anticipo; veniva studiata e trasmessa ai destinatari attraverso contatti personali, presentazioni, visite alla società e mass media. Oggi, i diversi interlocutori, concorrenti e pubblico in genere, hanno maggiori accessi all'informazione ed ai dipendenti dell'organizzazione a tutti i livelli. Le innovazioni tecnologiche hanno dato potere ai clienti consentendo dialoghi in tempo reale tra le società e i loro interlocutori e sostituendo i messaggi unidirezionali di personaggi privi di un volto. E' una svolta che ha elevato il ruolo della comunicazione di rp nell'impresa: oggi la sua funzione è la diffusione di contenuti in un ambiente incontrollato.
Dice Peter Verrengia, presidente di Communications Consulting Worldwide, unità di Fleishman-Hillard: "I relatori pubblici devono stare attenti a non sprecare troppo tempo nella difesa dell'etichetta della loro attività rischiando così di perdere delle occasioni. In passato è stato il marketing ad essere avvantaggiato, ma oggi il rapporto diretto con i consumatori non è più una sua prerogativa. Il relatore pubblico ha un rapporto diretto con il consumatore è...marketing in un ambiente incontrollato.
Il rapporto diretto con gli interlocutori implica la perdita di controllo sulla diffusione del contenuto. Il moltiplicarsi dei canali di comunicazione siti web, blog, piattaforme di social network, video, webcast complica il ruolo del comunicatore nel controllarne rischi e benefici sulla reputazione. Una comunicazione che viaggia 24 ore su 24 consente un flusso di informazioni ininterrotto con chiunque e consente ai consumatori di approvare o criticare pubblicamente le attività di un'impresa.
"Oggigiorno le notizie viaggiano molto rapidamente. Bisogna quindi controllare il proprio network per essere capiti nel modo giusto e reagire in caso di problemi. Le cose si possono sempre migliorare quando ci si abitua alle nuove tecnologie," ha scritto Mike Davies, direttore della comunicazione globale di Pricewaterhouse Coopers in un articolo pubblicato da PR News. "Fa parte della soluzione fare in modo che valga la pena ascoltare il messaggio".
La Southwest Airlines è un buon esempio di società che, parlando chiaro, costruisce la sua reputazione in modo concreto ed efficace. Un esempio: un cliente della linea aerea ha filmato un dipendente che, suonando una chitarra hawaiana, intratteneva i passeggeri trattenuti a terra a causa di un ritardo. Il passeggero è stato così favorevolmente colpito dall'impegno del dipendente che ha inviato la videocassetta a YouTube.com, sottolineando l'atteggiamento cordiale della linea aerea verso i consumatori e confermando la sua reputazione di offrire servizi al massimo livello.
Ma non sempre i social media sono favorevoli alle aziende. AOL è una di quelle che si è trovata nel pieno di un incubo a causa delle potenzialità di Internet nella diffusione di informazioni negative. Nel caso di AOL, un cliente insoddisfatto, dopo aver telefonato per disdire il contratto, è stato perseguitato telefonicamente dal responsabile del servizio clienti. Ha poi diffuso on line una registrazione delle telefonate. Gli effetti negativi si sono gonfiati per settimane prima che i responsabili di AOL se ne rendessero conto e prendessero i provvedimenti opportuni.
Dice Scott "E' proprio la possibilità, offerta alla vostra organizzazione, di comunicare con tutti i suoi interlocutori che sta alla base delle nuove regole per la misurazione".
Guardare con i paraocchi e misurare i risultati della vostra comunicazione senza tener conto di dove compaiono o che tono hanno non è più possibile; un'analisi che abbia senso deve tener conto delle implicazioni delle nuove tecnologie, senza dimenticare la loro utilità nel miglioramento della stessa misurazione e delle pratiche di business, influenzate a loro volta dall'evoluzione della tecnologia e della misurazione...
Prof. Paul Argenti
Dartmouth's Tuck School of Business Research
fonte Ferpi

24 set 2008

GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2008

Sabato 27 e domenica 28 settembre 2008 l’Italia partecipa alle Giornate Europee del Patrimonio con l’apertura gratuita di oltre 1.000 siti culturali, a cui si aggiungono oltre 250 realtà individuate da FAI e Autostrade per l’Italia lungo i principali percorsi autostradali: due giorni dedicati alla cultura con visite guidate, musei e palazzi aperti per l’occasione, presentazione di eventi e restauri, concerti, convegni e itinerari naturalistici.
"Le Grandi Strade della Cultura. Viaggio tra i Tesori d’Italia" è lo slogan scelto quest’anno per evidenziare come i grandi percorsi stradali, lungo i quali si è sviluppata la storia del nostro Paese, rappresentino i luoghi dell’incontro tra civiltà e culture diverse e permettano la conoscenza del territorio e dei tesori in esso conservati.
Le Giornate Europee del Patrimonio, promosse a partire dal 1991 dal Consiglio d’Europa con il sostegno della Commissione Europea, rappresentano la manifestazione culturale più importante del Continente non solo per il suo significato coesivo, ma anche per l’ampiezza della partecipazione che coinvolge i 49 Stati Membri della Convenzione Culturale Europea firmata nel 1954.
L’Italia partecipa alle Giornate Europee del Patrimonio dal 1995, attraverso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali che con tutti i suoi Istituti territoriali si mobilita per ampliare l’offerta di servizi e realizzare numerose iniziative. Per il secondo anno consecutivo il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano e Autostrade per l’Italia saranno partner della manifestazione, un’intesa che nel 2007 ha portato 600.000 presenze, con un aumento dei visitatori di oltre il 60% rispetto alle edizioni passate.
Le tipologie dei beni presenti nella manifestazione sono volutamente diversificate: si spazia dai castelli ai luoghi di culto, dai musei ai palazzi storici, le gallerie, i siti archeologici, gli archivi e le biblioteche. Parchi, grotte e cascate arricchiscono l’offerta della manifestazione.
La presenza del FAI è particolarmente significativa perché la Fondazione offre da sempre a un pubblico vastissimo la possibilità di riscoprire – attraverso la storia, la cultura, l’arte e l’ambiente – i grandi valori nazionali che ci identificano come popolo.
La Società Autostrade per l’Italia partecipa anche quest’anno all’organizzazione e alla campagna di comunicazione delle Giornate Europee del Patrimonio, con la divulgazione rivolte al pubblico della manifestazione.
Tutti i beni la cui apertura è promossa dal FAI e da Autostrade per l’Italia saranno dotati di servizi di visite guidate e di una scheda culturale monografica a cura della Fondazione, per rendere la scoperta dei beni più ricca e coinvolgente.
All’iniziativa aderiscono anche il Ministero degli Affari Esteri - con gli Istituti Italiani di Cultura all’estero – il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Protezione Civile – con i propri volontari su tutto il territorio nazionale – le Regioni, gli Enti Locali, organizzazioni private, associazioni e, per la prima volta quest’anno, anche il Ministero dell'Interno - Dipartimento per le Libertà Civili e L'Immigrazione - Fondo Edifici di Culto (FEC).
Tra gli eventi e le aperture proposte dal MiBAC si segnalano:
- nel porto di Genova, curioso connubio tra archeologia industriale e musica con l’inaugurazione della Gru galleggiante "Langer Heinrich", il cui restauro viene festeggiato con concerti di classica e jazz;
- ad Ostia Antica (Roma) vengono presentati i restauri effettuati presso le Insulae delle Muse, delle Ierodule, delle Volte Dipinte e delle Pareti Gialle. Si tratta della più ampia e completa documentazione sull’edilizia intensiva nell’Italia della piena età imperiale. Le insulae risalenti all’età adrianea, sembrano anticipare in modo sorprendente alcune soluzioni adottate dall’urbanistica moderna;
- a Napoli, visite guidate a Palazzo Reale dentro gli appartamenti storici finemente decorati e recentemente restaurati, alla scoperta dei capolavori artistici in essi conservati.
Tra le aperture patrocinate dal FAI e Autostrade per l’Italia si segnalano:
- escursioni alla scoperta della Foresta di Tarvisio (Udine), la più grande foresta demaniale d’Italia - 24.000 ettari di comprensorio alpino di cui 15.000 ricoperti di boschi produttivi - che si estende sino al confine con l’Austria e la Slovenia;
- visite guidate al Castello Baronale di Collalto Sabino (Rieti), annoverato tra i borghi più belli d’Italia. Il castello di aspetto seicentesco, con torri, baluardi e un imponente mastio, è situato all’interno della cinta muraria che racchiude anche antiche case di pietra dagli splendidi portali;
- a Taranto si andrà alla scoperta del Castello Aragonese, possente fortezza ancora in uso affacciata sul mare, costruita nell’anno Mille e successivamente ristrutturata alla fine del Quattrocento.

21 set 2008

IL MARE IMMANE DEL MALE

Con Il mare immane del male. Saggio su Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo, Gela, Cerro Edizioni, ottobre 2004, pp. 114, Marco Trainito, già autore di due volumi di argomento filosofico su Karl Popper e Ludwig Wittgenstein (entrambi editi dall’editore Dainotto di Gela tra il 2000 e il 2002), fa un’incursione nel campo della critica letteraria affrontando quello che Nino Borsellino, in un saggio recente dal titolo Teatri siciliani della storia. Da Sciascia a Camilleri, ha definito “l’opus magnum, la massima realizzazione creativa della sicilianità”.
Pubblicato per la prima volta da Mondadori all’inizio del 1975, dopo una tormentata e leggendaria gestazione quasi ventennale, e riedito da Rizzoli nel 2003, Horcynus Orca rappresenta infatti un caso pressoché unico di capolavoro assoluto condannato, in virtù della sua stessa misteriosa grandezza, a un isolamento finora inaccessibile al grande pubblico, e non solo fuori dall’Italia (per via della intraducibilità della peculiare lingua sperimentale in cui è scritto), ma anche presso gli stessi siciliani, che pure avrebbero la possibilità linguistica e culturale di affrontare proficuamente lo sterminato mare di pagine (oltre mille) del ‘difficile’ e grandioso romanzo del messinese Stefano D’Arrigo. Da questo punto di vista, il breve volume di Trainito rappresenta un’audace sfida divulgativa che, pur senza cedere ad inutili e banalizzanti semplificazioni, ma anzi proponendo piste interpretative inedite, intende avvicinare il grande pubblico a un’opera siciliana ancora troppo poco conosciuta, sebbene sia annoverata dagli studiosi più attenti tra gli esiti più alti della narrativa del XX secolo (insieme all’Ulisse di Joyce, all’Uomo senza qualità di Musil, alla Montagna incantata di Thomas Mann e a poche altre opere).
Il saggio è costituito da cinque capitoli e da un’appendice, ed è preceduto da un’appassionata introduzione di Silvana Grasso, forse l’unica scrittrice siciliana ad essere stata avvicinata a D’Arrigo per via della prosa esuberante, sanguigna e baroccheggiante dei suoi romanzi. Mentre i primi due capitoli consentono al lettore di prendere familiarità con il romanzo (il secondo, in particolare, contiene probabilmente la più dettagliata sintesi della sua ‘storia’ che sia mai stata tentata), gli altri entrano nel cuore di questioni interpretative più specifiche, relative, nell’ordine, alla “iper-lingua” del romanzo, analizzata in un confronto per contrasto con Camilleri (il terzo), al simbolismo dell’Orca alla luce dell’Orco greco-latino e del Leviatano biblico (il quarto), e al confronto filologico, con interessanti implicazioni filosofiche per la prima volta evidenziate, tra Horcynus Orca e I fatti della fera, cioè la bozza del 1961 edita per la prima volta solo nel 2000 (il quinto). L’Appendice è un vero e proprio omaggio a Gela, perché in essa Trainito, quasi come guardasse l’universo del testo dal buco della serratura di un semplice toponimo, propone una panoramica sullo sterminato romanzo e sui suoi contenuti metafisici a partire da una analisi del contesto in cui ricorrono, nel romanzo, le due menzioni esplicite della città di Gela.
Il romanzo, va ricordato, si svolge nell’arco di alcuni giorni del 1943 ed il teatro principale dell’azione è lo Stretto di Messina, ovvero lo “Scill’e Cariddi”, col suo carico di simboli di morte e distruzione risalenti a Omero e riesumati dagli orrori dalla seconda guerra mondiale.

20 set 2008

T2 Triennale d'Arte Contemporanea Internazionale|


T-Triennale d'Arte Contemporanea, giunta alla seconda edizione, organizzata dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dalla Fondazione Torino Musei, intende rafforzare l'impegno delle istituzioni organizzatrici a lavorare in sinergia a favore dell'arte contemporanea.
T-Triennale è promosso da Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera di Commercio.L'obiettivo di T è di creare un dialogo fra le proposte più sperimentali e giovani dell'arte contemporanea e il lavoro di artisti che hanno raggiunto una maturità di linguaggio e un riconoscimento internazionale, oltrechè sviluppare ulteriormente lo scambio culturale tra Torino, la Regione Piemonte e il mondo d'oggi.Al fine di concentrare gli spazi espositivi e permettere una maggiore chiarezza del progetto, agevolando il percorso e la fruizione del pubblico, T avrà luogo in tre sedi (anziché le sette della passata edizione): il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, la Fondazione Sandretto Re Reaudengo e la Promotrice delle Belle Arti. Intitolata 50 Lune di Saturno, T si compone di due sezioni: la prima coinvolge giovani artisti da tutto il mondo, appartenenti a tutte le discipline, che presentano opere inedite e sperimentali, mentre la seconda rende omaggio a due artisti affermati a livello internazionale: il danese-islandese Olafur Eliasson con una personale al Castello di Rivoli e il cino-americano Paul Chan, le cui opere saranno ospitate alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.La Triennale d'Arte Contemporanea è curata da Daniel Birnbaum, critico d'arte e curatore indipendente, attualmente Rettore del Stadelschule Art Academy e di Portikus Gallery di Francoforte. Recentemente nominato direttore del settore arti visive della 53a Biennale di Venezia, per T2 Birnbaum si è ispirato a Saturno, l'astro della malinconia, creando una nuova geografia del mondo contemporaneo, una costellazione di artisti che lavorano nel segno dell’ambivalenza ovvero, secondo le sue stesse parole, "50 Lune di saturno …presenterà opere che trasformano la malinconia in uno stato d’animo ispirato, fatto di generosità, ribellione e gioia".
http://www.torinotriennale.it/

14 set 2008

Memoriosa Energy

Continua l’impegno della Regione Piemonte per il risparmio energetico: dal 15 settembre 40.000 studenti delle classi prime di 280 scuole superiori riceveranno “Memoriosa Energy”, il primo diario creato per sensibilizzare ad un comportamento attento e ragionato nei confronti degli attuali problemi energetici e climatici. Ideato e realizzato da Adnav Edizioni in compartecipazione con la Regione e con il patrocinio dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte, del Ministero dell’Istruzione, della Provincia di Torino e del Centro Unisco, “Memoriosa Energy” si inserisce tra le iniziative della campagna “Uniamo le energie”, promossa dalla Regione Piemonte per portare i suoi cittadini a conoscenza delle disposizioni dell’Unione Europea in materia di energia, in particolare dell’obiettivo “20-20-20″: ridurre del 20%, in 20 anni entro il 2020 le emissioni di gas inquinanti.Fresco, giovane e moderno, il diario propone l’energia in tutte le sue possibili declinazioni usando il linguaggio e il gergo giovanile e una grafica vivace e d’impatto (la copertina è di Ugo Nespolo) per incoraggiare i ragazzi a mettere in atto atteggiamenti responsabili nei confronti dell’ambiente. Un’idea e un progetto attuale e innovativo, che fa della scuola e dell’istruzione il centro propulsore di un’educazione a un vivere sociale responsabile e maturo.La sfida lanciata da Memoriosa Energy, pienamente condivisa dalla Regione e che si inserisce nella campagna ‘Uniamo le Energie’, è quella - sostiene Giovanna Pentenero, assessore regionale all’istruzione e Formazione professionale - di voler educare i ragazzi al rispetto dell’ambiente, all’uso corretto di materiali ecologici, alla produzione di energia da fonti alternative e in generale a tutto quello che migliora l’ambiente. Partendo dai semplici suggerimenti contenuti nel diario, gli studenti, attraverso piccole azioni quotidiane, potranno contribuire al risparmio energetico e al rispetto del territorio in cui vivono”.Su tutte le pagine del diario sono infatti inseriti importanti messaggi, curiosità ed approfondimenti che creano un filo conduttore tra conoscenza e scelta consapevole, per poter infondere negli adulti di domani il rispetto per l’ambiente e per le forme di energia che il pianeta ci mette a disposizione. I contenuti sono stati elaborati da un gruppo di studio composto da professori universitari, giornalisti ed esperti.Il diario si rivolge a giovani che, come emerge da una ricerca commissionata da Adnav Edizioni e realizzata da Linkom Research su un campione di 600 ragazzi tra i 14 e i 17 anni, sono preoccupati e sensibili ma poco informati sulle questioni ambientali ed energetiche, che vedono come il primo e più urgente allarme sociale. Per il 56% il riscaldamento globale e le tematiche correlate sorpassano disoccupazione (20%), violenza e criminalità (13%), alcol e droga (11%), mentre il 74% crede che tali questioni influenzino la loro vita e il loro presente. Ma ammettono di non essere molto solleciti quanto ad atteggiamenti virtuosi, con unica eccezione la raccolta differenziata, praticata dal 52%.
http://www.regione.piemonte.it/

9 set 2008

CRIMINOLOGIA E PSICOLOGIA PENALE



Il volume presenta i modelli giuridici e psicologici dei processi di devianza criminale, e le risposte del sistema penale, con riferimento ad àmbiti specifici della giustizia sia per adulti che per minorenni. Fra i temi trattati: l’ordinamento penitenziario e le professioni ‘di aiuto’ all’interno di esso, le misure alternative al carcere, l’istituto del ‘probation’, le prospettive di riabilitazione.
Una nozione che può contribuire a risolvere alcune criticità del sistema penale è quella di responsabilità: considerata da un lato come attribuzione ‘oggettiva’ di causalità di un comportamento che il codice definisce reato, e alla quale deve conseguire una punizione; dall’altro come capacità di auto-determinazione che va incrementata nelle persone per garantire il rispetto delle norme e la convivenza civile. Il primo aspetto deriva dalla concezione causalistica della giustizia retributiva, il secondo è il fondamento della dimensione progettuale che può caratterizzare una riconsiderazione globale della risposta alla devianza criminale.
Viene evidenziata la necessità di sostanziali ridefinizioni teoriche e di una diversa formazione degli operatori, affinché un nuovo modello di risposta penale possa trovare utile applicazione nel sistema giuridico italiano.
In appendice vengono riportate le principali normative sull’ordinamento penitenziario e sul processo penale minorile.
GLI AUTORI:
Santo Di Nuovo - odinario di Psicologia nell'Università di Catania, vicepresidente della Associazione Italiana Psicologia Giuridica, dal 1989 al 2001 giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Catania
Gaia Beretta - dottore in Lettere e Filosofia,Università di Catania.
Giuseppe Grasso- magistrato, già giudice minorile presso il Tribunale per i Minorenni di Catania.
Salvo Greco - dottore in Scienze dell'Educazione, Università di Catania, docente di Scienze Umane al Liceo Sociopsicopedagogico "Dante Alighieri" di Gela.
Filippo Paterniti - criminologo, Facoltà di Giurisprudenza, Università di Catania.
Renata Pelligra - dottore in Scienze dell'Educazione, Università di Catania.
Roberta Velardita - dottore in Scienze dell'Educazione, Università di Catania.

RILEVAZIONE AUDIENCE BY