17 feb 2011

Benigni entra a cavallo e sventola tricolore


Roberto Benigni ha spettacolarizzato da subito la sua performance al festival di Sanremo entrando a cavallo nel teatro Ariston diventando il primo artista del festival a entrare a cavallo.
Un ingresso trionfale dal fondo del teatro Ariston, a cavallo: così Roberto Benigni, attesissimo ospite della serata di Sanremo dedicata ai 150 anni dell'unità d'Italia, ha fatto irruzione nel festival, sventolando il tricolore. "Viva l'Italia!", ha esordito, fra gli applausi del pubblico. Poi la prima battuta. "Avevo un po' di dubbi ad entrare a cavallo perché di questi tempi ai cavalieri non va tanto bene".
"Il prossimo festival lo facciamo presentare a Bersani": è la proposta di Roberto Benigni, stasera ospite d'eccezione a Sanremo, che ha preso a modello la conduzione di Gianni Morandi, "bello, calmo, tranquillo, gli fanno i soprusi e lui... niente".
''Sono qui solo per parlare dell'inno di Mameli e dell'unita' d'Italia'', e' il tormentone che ripete Roberto Benigni sul palco dell'Ariston, ma non si fa sfuggire l'occasione di una serie di gag sul caso Ruby. ''La nostra nazione ha 150 anni. E' una bambina, una minorenne'', esordisce. E poi: ''Mameli quando scrisse l'inno aveva vent'anni, quindi era minorenne, perche' la maggiore eta' si raggiungeva a ventuno. Comunque con 'sta storia delle minorenne non se ne puo' piu' e la cosa e' nata proprio a Sanremo, con la Cinquetti che cantava Non ho l'eta' e si spacciava per la nipote di Claudio Villa''. Alla fine pronuncia il nome di ''Ruby Rubacuori: vabbe', l'abbiamo detto''. E rivolto al premier: ''Silvio, se non ti piace, cambia canale, vai sul due: ma no, c'e' Santoro!''. Ancora su Ruby: ''Abbiamo perso tempo a capire se era la nipote di Mubarak, ma bastava fare una cosa semplicissima, andare all'anagrafe in Egitto e vedere se Mubarak di cognome fa Rubacuori''.
Dopo le gag sull'attualità politica, Roberto Benigni si addentra sul palco dell'Ariston in una lettura esegetica dell'inno di Mameli, sul modello delle sue celebri interpretazioni dei canti della Commedia di Dante. Ma anche l'analisi filologica e appassionata di Fratelli d'Italia non sfugge ai richiami al presente, come quando il premio Oscar si rivolge direttamente al leader della Lega Nord Umberto Bossi. "Dov'é la vittoria, le porga la chioma, ché schiava di Roma Iddio la creò. Umberto, è la vittoria che è schiava di Roma, non l'Italia! Umberto, il soggetto è la vittoria!", avverte Benigni. E poi: "Il federalismo è un'altra cosa. Qui parliamo dell'unità del Paese, che è la ricomposizione quasi religiosa di un corpo fatto a pezzi". E ancora, più avanti: "L'unità è talmente bella che permette pure che qualcuno dice: non la festeggio!".
fonte: Ansa

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