26 ott 2008

I quattro giorni di fuoco della scuola

Una domenica senza notizie clamorose, ma con molte scuole che restano occupate, molte aule universitarie teatro di assemblee e gruppi di studio fino al 'grande ricevimento' offerto dagli studenti delle facoltà scientifiche della Sapienza di Roma per le loro famiglie, per spiegare i motivi della protesta. E anche mille piccole iniziative spuntate ovunque, secondo l'indicazione generale di questo movimento, di comunicare e fare notizia nei modi più imprevedibili, fino ai lenzuoli con l'ormai famoso "Non pagheremo la vostra crisi" spuntati qua e là dai balconi di molte case della capitale.
La mobilitazione insomma "percorre il paese come una grande 'ola' e passerà per Roma nella più grande manifestazione per la scuola che la nostra memoria ricordi". La sintesi di quel che accadrà nei prossimi giorni è nelle parole del leader della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. Una sola voce fra le mille che animano la protesta. E che si sono date appuntamento a Roma giovedì 30 ottobre, giorno dello sciopero generale nazionale, per una grande manifestazione. Giovedì incroceranno le braccia gli aderenti alla Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti. E il mondo universitario e della ricerca, in aggiunta, ha già attivato le procedure per una giornata di sciopero il 14 novembre. Un raro sciopero di quasi tutte le organizzazioni sindacali, ancora più irritate dalla decisione di provare a dare il via libera alla legge proprio il giorno prima, senza risposte alle ripetute richieste di confronto (in particolare il segretario della Cisl Bonanni ha ripetuto più volte di essere pronto a fermare l'astensione dal lavoro in presenza di una convocazione al ministero). La protesta contro il decreto Gelmini continua a espandersi con forme, modalità e colori diversi. Il fallimento del dialogo con gli studenti, aperto dal ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini ma al grido "il decreto resta" (e si vota al Senato il 29) non ha fatto che amplificare il dissenso. Dissenso alimentato anche dalle parole del premier Silvio Berlusconi che, replicando all'appello lanciato da Walter Veltroni ieri a Circo Massimo di ritirare il decreto e aprire un confronto, difende il testo e il ministro: "Andiamo avanti", anche perché le critiche al decreto Gelmini "sono strumentali". "Andiamo avanti a governare qualunque cosa dica Veltroni o chiunque altro dell'opposizione" ha ribadito. "Hanno usato strumentalmente la scuola, pensate all'università dove non abbiamo ancora fatto nulla e già hanno mosso critiche e studenti nelle strade con strumentalizzazioni difficilmente definibili". Inizia così una nuova settimana di mobilitazioni "per bloccare la distruzione della scuola e dell'università messa in atto dal governo". Per contrastare l'approvazione a Palazzo Madama i Cobas hanno organizzato una manifestazione nella vicina piazza Navona a partire dalle 17 di martedì per andare avanti, senza sosta, fino al mattino successivo quando è prevista la votazione del decreto 137. La Rete degli Studenti Medi lancia lo slogan "Avanziamo dei diritti" e informa che nei primi tre giorni della settimana, in tutta Italia, ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una volta nei giorni di discussione al Senato. "Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari". Lunedì, martedì e mercoledì, dunque, scioperi, autogestioni con pernotto, notti bianche e lezioni all'aperto a Torino, Perugia, Firenze, Roma e Palermo. Per giovedì 30, invece, oltre alla partecipazione alla manifestazione nella Capitale, la Rete degli Studenti annuncia cortei a Torino, Padova, Palermo e Genova. E dalle università continuano a giungere appuntamenti che appaiono propedeutici al blocco della didattica in molte altre facoltà (spesso con l'appoggio dei docenti) se non di possibili occupazioni. L'onda lunga della protesta dei ricercatori approda su Facebook dove parte da oggi un appello internazionale "a favore dell'istruzione e della ricerca". Una causa, a mezzo Facebook, affermano i promotori, che ha già raccolto centomila adesioni. L'offensiva sul web parte con un'iniziativa precisa: un messaggio inviato a più di 400 indirizzi mail di media europei e internazionali, oltre che di rappresentanti delle istituzioni politiche Ue, in cui si denuncia la miopia del governo nell'imporre provvedimenti che mettono a rischio il futuro delle stesse istituzioni ed esprimendo timore "che si possa passare, dalle dichiarazioni irresponsabili della politica, all'azione violenta di qualche infiltrato". Sempre su Internet gli studenti dell'università romana Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in vendita il proprio ateneo, per appena un euro e 50 centesimi, sul sito eBay. E ancora gli studenti di Tor Vergata oggi hanno raggiunto la centrale piazza dei Cinquecento in camice bianco e libri in mano per "far conoscere alla popolazione il tragico futuro dell'università italiana". La facoltà di Fisica della Sapienza, occupata da giorni, ha invece invitato le famiglie per mostrare loro le esercitazioni e sperimentazioni della materia. Da domani poi, a Roma, partirà una settimana di lezioni all'aria aperta, anche in luoghi simbolo della città come il Colosseo. Alla Normale di Pisa, oggi sono apparsi alcuni striscioni di protesta: "Un Paese vale quanto ciò che ricerca". Domani comincia una settimana di fuoco, dunque. E la parola può passare solo alla cronaca, dal momento che le giornate appena concluse hanno mostrato che l'Onda spunta dove meno te l'aspetti, ma anche che si scontrerà con il primo grande scoglio: la probabile approvazione della legge Gelmini mercoledì 29.
fonte:repubblica.it

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