23 ott 2008

Picasso 1917-1937 L'arlecchino dell'arte


Picasso torna a Roma in una grande mostra al Vittoriano fino all’8 febbraio 2009, cinquantacinque anni dopo la grande retrospettiva, curata dall’artista stesso, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Titolo dell’esposizione: “Picasso 1917-1937 L’Arlecchino dell’arte”. Il personaggio della commedia dell’arte, fu infatti soggetto preferito da Picasso, ritratto in svariati modi e stili e metafora perfetta per la personalità dell’artista spagnolo.“Secondo la tradizione, Arlecchino può essere qualsiasi cosa desideri, elude e aggira le regole, sfoderando ogni volta un’identità completamente inaspettata. Anche Picasso era così- spiega il curatore della mostra e Professore di Storia dell’Arte a Princeton, Yve- Alain Bois". Come Arlecchino, Picasso poteva diventare un artista diverso in un istante, giorno, oppure mese; trasformarsi in pittore cubista, neo classico, astrattista oppure espressionista in una sorta di “dongiovannismo stilistico”, come è stato definito. A distinguere Picasso da ogni altro artista non solo la varietà ma anche la quantità di opere, 30mila soltanto in disegni, in 92 anni di vita. La mostra romana raccoglie 180 tra oli, opere su carta e sculture, prestate dalla famiglia Picasso, da privati e dai più prestigiosi musei del mondo. Spiccano, in particolare, quattro simboli- chiave della frenesia creativa del maestro: Il classico Arlecchino (Ritratto di Léonice Massine) del 1917 e proveniente da Barcellona, lo splendido Arlecchino suonatore cubista del 1924 (dalla National Gallery of Art, Washington D.C.), l’Arlecchino astrattista del 1927 prestato dal Metropolitan Museum di New York e la Testa di Arlecchino surrealista, sempre del 1927. La città di Roma ebbe un ruolo speciale nella vita artistica e privata di Picasso. L’esposizione si concentra infatti sul ventennio dal 1917 al 1937, periodo tra i due conflitti mondiali, a partire proprio dalla primavera passata a Roma, dal 17 febbraio al 2 maggio del 1917, fino all’anno di nascita, durante la Guerra Civile, del celebre capolavoro Guernica, esposto a Madrid. Nella capitale, Picasso era arrivato da Parigi con l’amico scrittore Jean Cocteau. Li aspettava l’impresario dei Balletti Russi, Sergej Diaghilev. Picasso avrebbe dovuto realizzare i costumi del primo balletto “cubista” , Parade, su musiche di Satie e libretto dello stesso Cocteau. In mostra troviamo schizzi, realizzazioni, documenti, compresi articoli e programmi originali di quello che allora era conosciuto come Teatro Costanzi, ovvero il Teatro dell’Opera. Tra le ballerine di Diaghilev c’era Olga Koklova di cui Picasso si innamorò, tanto da sposarla l’anno successivo. E’ del periodo romano, realizzato nello studio di Via Margutta 53, il quadro “L’Italienne”, che torna “a casa” in occasione della mostra, dopo oltre 90 anni. Raffigura una donna in abiti ciociari con la cupola di San Pietro sullo sfondo. E’ un olio di stampo cubista esposto di fronte all’Arlecchino di stile neoclassico (che tanto ricorda i ritratti del Bronzino, per la posa a tre quarti e lo sguardo fisso nel vuoto) eseguito soltanto ad un mese di distanza. Caratteristica dell’allestimento è’infatti l’aver accostato tele con stili diversi ma risalenti allo stesso periodo.
fonte: adnkronos

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